Religione: edifici, personalità, cultura, ecc.
Data pagina: 05/09/2012
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Pagina interamente dedicata a tutto e di più delle nostre parrocchie.

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Anno 200542 - Organo nella Chiesa di Grossa Leonida Grazioli
Gli organi delle chiese di Gazzo Tempo fa vi ho inviato, effettuata prima del suo recente restauro, una fotografia dell’organo della chiesa di San Martino, con il recondito fine di sensibilizzare in qualche modo quanti vi leggono sulla importanza rivestita da uno strumento che, considerato universalmente il re degli strumenti, oggi purtroppo è diventato troppo spesso una cenerentola, in particolare nel nostro “Bel Paese” (naturalmente non mi riferisco a Gazzo, ma alla nostra bella Italia, che in fatto di organi possiede un patrimonio che ci è invidiato da tutti).
Vi ho anche precisato che per acquistare un organo tradizionale e restaurarne uno antico occorrono notevoli somme di denaro.
Ebbene! Benché non vi sia alcun strumento in grado di imitare e sostituire questa complessa macchina per far musica (mi riferisco sempre all’organo tradizionale), che non si limita alle poche canne del prospetto visibili dall’esterno, esso troppo di frequente rimane abbandonato, muto e insuonato, andando incontro inevitabilmente a un lento, ma inesorabile degrado. Oggi il pericolo maggiore per questi stupendi strumenti, paradossalmente, è costituito dai parroci e non lo dico io, ma un prete che di musica e di organi se ne intende.
Così si esprime (1) Mons. Mario Saccardo di Vicenza, membro della Commissione per l’Arte organaria dell’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali: "La nostra regione forma ottimi organisti.
Questi ragazzi, però, trovano poi un ostacolo insuperabile nei parroci. Oggi, infatti, vige una 'liturgia fai da te' dai connotati 'festaioli' che ha perso la sua sacralità.
I preti, preoccupati di non perdere i giovani, tentano di venire incontro ai loro gusti.
Senza rendersi conto che, alla fine, portano in chiesa una musica da discoteca".
Nel territorio di Gazzo di organi ce ne sono o ce ne sono stati più di uno:
- Gazzo: uno Zordan del 1891, recentemente ampliato da Romain Legros nel 1910;
- Villalta: uno Zordan del 1937 (non so se c’è ancora);
- Grossa: uno Zordan del 1899 (vedi foto allegata); - Gaianigo: non mi sembra abbia mai posseduto un organo tradizionale (mi piacerebbe essere smentito);
- Grantortino: uno Zordan del 1895, purtroppo andato distrutto (prima ancora possedeva un pregevolissimo strumento del 1834 di Giovanbattista De Lorenzi, considerato da molti il massimo esponente dell’organaria veneta dell’ottocento).
Un patrimonio organaro, quindi, di tutto rispetto, un bene della Comunità che merita di essere conservato, curato e consegnato alle future generazioni perché frutto di un’arte antica destinata a non tramontare mai, poiché la “voce” dell’organo eleva lo spirito e lo avvicina di più a Lui..
Io non sono né un musicista, né un religioso, ma vi assicuro che entrare in una cattedrale deserta, come è capitato a me, e udire le note di un grande musicista del passato interpretata da un altrettanto valido organista di oggi è cosa che trascende ogni possibilità di espressione e conduce senza volerlo alla meditazione e alla preghiera.
Abbandonare a se stesso un bene così prezioso è un atto ignobile, la cui responsabilità non può e non deve ricadere solo sui singoli, ma su tutti.
Abbiate, pertanto, cura degli organi conservati nelle vostre chiese e se volete che essi non abbiano a invecchiare precocemente e ancor più a deteriorarsi irrimediabilmente fate in modo che suonino, anzi, pretendetelo. Leonida Grazioli
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Anni 9036 - Organo Chiesa Gazzo Leonida Grazioli
Malgrado i costi sempre elevati per acquistarli ed oggi per riportarli alle antiche sonorità, gli organi sono e rimangono spesso delle cenerentole in buona parte delle nostre chiese.
Non è il caso di Gazzo che la buona volontà di un parrorco, la passione genuina di un’organista, l’aiuto generoso di molte persone e la grande perizia di un organaro capace hanno ridato voce ad uno strumento di grande valore storico e artistico: uno Zordan del 1891 (oggi divenuto Zordan - Legros).
Sono oramai anni che seguo, limitatamente dal punto di vista storico, il lungo e complesso percorso artistico di questa famiglia di organari e dei loro organi.
La fotografia che vi allego si riferisce allo strumento prima del suo restauro; quella dell’ attuale la lascio al vostro organista Matteo. Sarebbe, invece, interessante e per molti istruttivo vedere nel vostro sito anche l’immagine dello stesso strumento quando si trovava su una balaustra sopra il portale principale della chiesa.
Chissa! che qualcuno (sempre se lo ritenete opportuno), nel leggere questa a-mail, non riesumi tra i ricordi di famiglia e ve la invii una immagine che lo ritragga così come nel 1891 l’artefice Gio: Batta Zordan ha voluto istallarlo nella bella chiesa di San Martino. Leonida Grazioli
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Anni 8093 - Villalta, ex chiesetta dedicata a San Giuseppe , sorgeva in via S.Giuseppe (zona az. agricola Violato). Vittoriano Dindinelli
La chiesetta dedicata a San Giuseppe, sorgeva a Villalta in via S.Giuseppe(zona az. agricola Violato).
Fu sconsacrata e trasformata in abitazione negli anni ??.
Crollò definitivamente alla fine degli anni 80. Vittoriano Dindinelli
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Anni 7061 - Capitello ''vecchio'' Gazzo, capitello vecchio al bivio per San Pietro in Gù e Grantorto Antonio Cerin
In una nebbiosa sera d'inverno del 1977 una corriera di linea della SIAMIC finì contro il capitello al bivio per San Pietro in Gù e Grantorto.
Nessuno rimase ferito, ma il capitello andò interamente distrutto anche se l' altare e la statua di Sant'Antonio, rimasero incredibilmente in piedi...intatti. Antonio Cerin
data commento: 01/08/2011
Ringraziamo il Signor Antonio Cerin per averci fatto pervenire alcune rare immagini che già appartengono alla storia.
Team gazzoedintorni - Gazzo
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4 maggio 1947108 - Villalta don Andrea Marcheluzzo, dopo la morte avvenuta il 25/12/46 di don Umberto Bonturi il 4/05/1947 entrò il nuovo parroco don Andrea Marcheluzzo di Selva di Trissino. Rimase a Villalta fino al febbraio del 1983, quando si ritirò per l'età. Archivio Foto Splendida
data commento: 10/10/2012
Il Sacerdote che si vede al centro (con volto parzialmente coperto, ma molto soddisfatto, e la sua soddisfazione la capirete dopo) è l'allora Parroco di Quinto Vic.no nonchè vicario foraneo Don Egidio Negrin, nativo di S. Maria di Camisano Vic.no, destinato di li a pochi giorni a diventare Abate di Bassano del Grappa, dove rimarrà fino al 1952, quando verrà eletto Arcivescovo di Ravenna e Vescovo di Cervia.
Morirà nel 1958 santamente, ma purtroppo prematuramente, Arcivescovo-Vescovo a Treviso, dove è stato trasferito nel 1956, dopo indicibili sofferenze ed umiliazioni morali patite nel silenzio in Romagna (vescovo vicentino mandato nella città notoriamente più anticlericale d'Italia).
Anni fa ho avuto modo di fare delle ricerche su Mons. Egidio Negrin: la sua più grande soddisfazione era l'entrata di giovani al seminario e la successiva ordinazione di nuovi sacerdoti, tanto da definire da arcivescovo il Seminario come ''cuore del suo cuore'' (da qui la sua gioia interiore nell'accompagnare un sacerdote alla parrocchia di destinazione).
Antonio Brogliati - Gazzo
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Anno 194760 - Capitello ''vecchio'' Gazzo, Antonio Cerin (primo a dx) Antonio Cerin
In una nebbiosa sera d'inverno del 1977 una corriera di linea della SIAMIC finì contro il capitello al bivio per San Pietro in Gù e Grantorto.
Nessuno rimase ferito, ma il capitello andò interamente distrutto anche se l' altare e la statua di Sant'Antonio, rimasero incredibilmente in piedi...intatti. Antonio Cerin
data commento: 02/08/2011
Ringraziamo il Signor Antonio Cerin per averci fatto pervenire alcune rare immagini che già appartengono alla storia.
Team gazzoedintorni - Gazzo
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Un grazie ad Albino Maurizio Salmaso che ci ha segnalato il nome completo.
Team gazzoedintorni - Gazzo